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Marche Pride 2025 – R(Esistenze) quotidiane

1) Introduzione

In tutto il mondo occidentale il conservatorismo e il capitalismo con i colpi di coda di un sistema che non funziona più spingono la loro marcia retorica reazionaria contro i diritti delle donne, della comunità LGBTQIA+, delle persone con background migratorio e non solo.Dagli Stati Uniti con le leggi contro i percorsi per l’affermazione di genere delle persone trans* e contro l’arte drag, all’Ungheria che vuole cancellare l’esistenza pubblica della comunità queer al movimento TERF che porta avanti un femminismo da salotto borghese che esclude le donne trans* e la possibilità di autodeterminarsi da parte di tutte le donne.
L’Italia con la sua prima Presidente del Consiglio donna non fa eccezione: l’Italia, dopo poco più di due anni di Governo Meloni, prima Presidente del Consiglio Donna, non fa eccezione.
Pratiche degne di un regime autoritario ci stanno abituando alla messa in discussione dell’equilibrio dei poteri consoni ad uno stato democratico.

Abbiamo assistito a numerosi tentativi di introdurre la capacità giuridica del feto ed in contemporanea all’esclusione giuridica di numerosi genitori non biologici dai documenti di minori sfruttando le Procure come strumenti politici e di persecuzione. Il tentativo dello scorso anno di rendere la GPA (gestazione per altrə) un reato universale è stato un gran successo per il partito della Premier.
Tacciando ogni discussione e confronto serio sul tema è stato posto il veto su centinaia di famiglie omogenitoriali, paragonando quest’ultime a criminali internazionali.

In ultimo il sempre più feroce clima fomentato dai razzismi, ha reso gran parte dell’opinione pubblica ignara dei pericoli che le persone queer con background migratorio affrontano prima di arrivare nel nostro Paese.
Non possiamo rimanere silenti davanti alla quantità di femminicidi e reati violenti che avvengono anche nel nostro Paese: l’omicida è figlio del patriarcato. I dati rilevano una situazione di estrema crisi: una donna uccisa ogni tre giorni.

Oltre allo sviluppo di percorsi che mirino a prevenire fenomeni di questo tipo è necessario rafforzare i percorsi esistenti di aiuto per le donne o persone socializzate come donne minacciate e stalkerizzate.

Con la rielezione di Donald Trump si apre in pochi giorni un quadriennio molto difficile per le donne e le minoranze negli USA.
Uno dei primi attacchi è stato sferrato contro le persone trans* attraverso l’eliminazione del terzo genere nei passaporti.
Le famiglie con minori trans* non potranno più avere accesso alla sanità pubblica per i percorsi di affermazione di genere.
Le scuole pubbliche che ricorderanno l’esistenza delle persone trans* non riceveranno più fondi federali: le persone transgender che studiano saranno costrette ad essere chiamate con il nome ed il genere assegnati alla nascita realizzando un vero e proprio deadnaming istituzionale.
Gli insegnanti che non seguiranno questa direttiva rischieranno il licenziamento.
Le donne transgender sono escluse da tutti gli sport a qualunque livello.
Il governo Trump ha tolto la PreP per i/le/* sex worker e per le persone MSM.
E’ stata tolta la lettera “T*” allo Stonewall National Monument come ordine del National Park Service che si occupa di tutti i musei e parchi nazionali.
Vengono tolte tutte le tutele per le persone LGBTQIA+* nei social network.
Il governo Trump è stato creato all’insegna dell’asservimento a miliardari ed oligarchi dell’informazione ed in pochi giorni ha già scardinato quanto ottenuto in decenni di lotte in un sistema nato per opprimere.
Guardiamo alla situazione americana con estrema preoccupazione in quanto gli USA purtroppo si pongono storicamente come modello da seguire ed il mondo è costantemente pronto ad asservirsi agli ordini impartiti dal loro presidente.

Nelle piazze scendiamo con i nostri corpi, le nostre storie e la nostra fiducia nei valori della libertà e dell’autodeterminazione di ogni persona.
Noi vogliamo tutto. Ed oggi più che mai non indietreggiamo di un passo.

Anche quest’anno il manifesto del Marche Pride sarà diviso in punti, per rendere più accessibile e comprensibile il documento il quale tenta di racchiudere in modo sintetico quelle che sono le istanze della nostra comunità.

2) Lotta all’omolesbobitransfobia

Dopo il triste spettacolo a cui abbiamo assistito con l’affossamento del DDL Zan, primo tentativo da vent’anni di contrastare legislativamente i fenomeni omolesbobitransfobici in Italia, chiediamo ancora a gran voce una legge apposita che non lasci indietro nessunə e che preveda una completa educazione sessuale ed affettiva nelle scuole per prevenire i fenomeni violenti che interessano la nostra comunità.

Ad oggi non c’è abbiamo assistito solo al triste spettacolo dell’affossamento del primo tentativo da vent’anni di contrastare legislativamente i fenomeni omolesbobitransfobici in Italia con il DDL Zan: sin dall’inizio del 2025, difatti, abbiamo vissuto ad un aumento esponenziale delle aggressioni omolesbobitransfobiche come anche narrato dalla cronaca nera.

L’Italia si classifica al trentaseiesimo posto su quarantanove tra i paesi europei per tutela e uguaglianza verso le persone LGBTQIA+ e, in relazione al numero di abitanti, l’Italia resta ancora una volta in Europa il paese con maggior tasso di incidenza di persone Trans* morte per motivi omolesbobitransfobici.

Arcigay ha ritenuto necessario incontrare la Ministra della Famiglia Roccella la quale non ha però fatto promesse, definendo i dati una sola impressione. Un incontro che ha confermato tutti i nostri timori, questo governo è apertamente e dichiaratamente contro i nostri diritti e contro le nostre vite.

Inoltre, nonostante siano stati per la prima volta stanziati dei fondi per l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, essi sono poi in realtà stati dirottati su corsi per la fertilità maschile e femminile. Un vero abominio scolastico.

Ribadiamo la vitale necessità di una legge apposita e utile alla prevenzione dei fenomeni violenti che interessano la comunità, che non lasci indietro nessunə e che preveda una completa e totale educazione sessuale ed affettiva nelle scuole.

3) Genitorialità

Vogliamo il matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso con eguali diritti genitoriali, in particolare la stepchild adoption e l’adozione.

Chiediamo di revocare la legge approvata ad Ottobre 2024 in merito alla GPA (Gestazione per altrə) resa Reato Universale e che ne prevede la perseguibilità anche se effettuata all’estero.

Chiediamo un confronto sulla GPA e sulla PMA (Procreazione medicalmente assistita) guardando alle legislazioni estere che le permettono così da poter costruire un percorso propositivo per giungere ad un’introduzione anche nel nostro ordinamento, assicurando garanzie e tutele a tutte le parti coinvolte.

Chiediamo di avviare un confronto su questi temi sia per le coppie, incluse quelle dello stesso sesso, che per le persone single.

4) Legge 194 e interruzione di gravidanza

Il Marche Pride sostiene le azioni legali che hanno portato Molto+di194 – Rete femminista Marche assieme a tante altre associazioni a diffidare la Regione Marche per non aver adottato le linee di indirizzo del Ministero della Salute intorno l’utilizzo della pillola RU486 per l’aborto farmacologico.

Di fatto chi guida la Regione sta rendendo più difficile l’accesso all’IVG (interruzione
volontaria di gravidanza) alle donne ed a tutte le altre persone gestanti nelle Marche.

L’aborto è un diritto faticosamente acquisito ed abbiamo tutta l’intenzione di difenderlo.

Per questo chiediamo venga immediatamente bloccato l’emendamento di FdI che prevede che possano entrare nei consultori anche enti del terzo settore che abbiano maturato esperienza in sostegno alla maternità, seppur non qualificatə, permettendo così l’accesso anche ad associazioni antiabortiste.

Con questo si sta chiaramente trovando un metodo per ostacolare la legge 194 seppur senza toccarla direttamente.

Chiediamo urgentemente che le associazioni antiabortiste, in quanto non imparziali, non possano operare né intervenire all’interno dei consultori, strutture neutre e laiche.

5) Persone trans*

Sentiamo l’esigenza di sensibilizzare la società civile e le Istituzioni affinché venga colmato il vuoto di servizi dedicati alle persone trans*.

La legge 164 del 1982 è datata e ormai inadeguata.

Essa non consente l’autodeterminazione di tutte le persone trans* ed è fortemente
discriminatoria per le persone non binarie e intersessuali.

Chiediamo, perciò, che l’iter burocratico relativo alla rettifica dei documenti divenga una mera procedura amministrativa, così che ciascunə veda riconosciutə il proprio diritto ad esistere nel genere di elezione.

Chiediamo che i percorsi di affermazione di genere vengano seguiti, in ambito sanitario, gratuitamente e da strutture pubbliche.

Chiediamo l’accesso gratuito agli ormoni. Chiediamo, inoltre, che il personale medico sia preparato ad accogliere e tutelare al meglio la salute e il benessere delle persone trans* sia medicalizzate che non.

È giunto il momento di chiedere con maggiore forza il diritto all’autodeterminazione, il diritto ad esistere nell’identità che ogni persona sente come propria e a vederla riconosciuta giuridicamente, fisicamente e socialmente, superando la dicotomia maschile/femminile.

Chiediamo che venga garantito il diritto al lavoro e ad un reddito che permetta una qualità di vita consona e soddisfacente.

Abbiamo bisogno di veder riconosciute le carriere alias nelle scuole e nel mondo del lavoro e riteniamo indispensabile che la società civile venga adeguatamente informata e formata al fine di superare ogni tipo di discriminazione e di stereotipo.

Aspiriamo ad una società che non discrimini, che non voglia regolare i corpi e calpestare i diritti, nella quale le lotte per un progetto comune siano condivise da tuttə.

Vogliamo una società che guardi al non binarismo non con sospetto ma come una risorsa preziosa, capace di liberarci dall’etero-cis-patriarcato e da una mentalità che troppo spesso divide e genera violenza, procurando nocumento ad ogni corpo, trans* e cis, incatenato in continue performance di genere.

Desideriamo un mondo che rigetti la rigidità degli stereotipi di genere, spesso tossici e opprimenti, che incatenano corpi e menti a ruoli prestabiliti e ne limitano la libertà di espressione; un mondo che lasci spazio ad empatia e rispetto reciproco, nel quale si possa imparare ad aprirsi e ad accogliere tutto ciò che esce dai binari come parte dell’esperienza umana.

6) Disabilità e abilismo

In Italia, le persone con disabilità della comunità LGBTQIA+ vivono una condizione di marginalizzazione aggravata da un sistema sociale, culturale e istituzionale che non riconosce pienamente, ancora ad oggi, la loro autodeterminazione.

Le barriere architettoniche e comunicative limitano l’accesso agli spazi di socialità, ai servizi sanitari inclusivi e alle manifestazioni pubbliche, rendendo difficile la partecipazione attiva alla vita comunitaria.

La narrazione dominante sulle persone con disabilità le dipinge spesso come asessuate o prive di un’identità di genere autodeterminata, contribuendo a un isolamento che si riflette anche nell’assenza di rappresentazione nelle politiche di inclusione.

Inoltre, il sistema di assistenza italiana, basato su un modello paternalistico, spesso impone limitazioni alla libertà affettiva e sessuale delle persone con disabilità, ostacolando il diritto a vivere relazioni e percorsi di transizione in modo indipendente.

La lotta all’abilismo contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità è per noi una priorità, oltre all’abbattimento delle barriere
architettoniche e culturali che spesso impediscono loro di vivere pienamente la propria vita. Devono essere garantite e tutelate le persone con disabilità per quanto riguarda il diritto ad avere un “progetto di vita” COMPLETO E PIENAMENTE ATTUABILE con risorse certe, vere e continuative nel tempo, per acquisire, finalmente, l’autodeterminazione e raggiungere una piena inclusione sociale, contrastando ogni forma di istituzionalizzazione ghettizzante.
Questo aspetto del “progetto di vita” non deve essere rimandato, spostando come il
Governo sta provando a fare, la nuova riforma sulla disabilità; va attuata il prima possibile!

Vogliamo che le persone con disabilità abbiano la possibilità di esprimere liberamente il proprio corpo e il proprio orientamento sessuale, poiché molto spesso subiscono discriminazioni multiple che impattano negativamente sulle loro relazioni e sul benessere psico-emotivo.

Per questo, chiediamo di istituire, anche in Italia, la figura dell’assistente sessuale per le persone con disabilità (O.E.A.S. – Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità), un professionista formato sia dal punto di vista teorico sia da quello psico-corporeo sui temi della sessualità.

Questa figura può supportare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico-cognitiva nel vivere esperienze erotiche, sensuali e sessuali in un contesto di rispetto e autodeterminazione.

È una nostra priorità garantire libertà di scelta alla persona con disabilità, affinché possa vivere pienamente ogni aspetto della propria vita, compresa la sfera affettiva e sessuale, senza ostacoli imposti da pregiudizi e barriere culturali.

7) Grassofobia e corpi non conformi

La società in cui viviamo è per lo più rappresentata da una sola idea di corpo, quella che poi è ideologicamente diventata lo stereotipo ideale di canone estetico di bellezza socialmente.

Magrə, muscolosə, altə, pelle liscia, bel sorriso.

Il mondo non è realmente così!

Chiediamo che si rifletta sulla rappresentazione di tutte le persone, a partire dalle immagini pubblicitarie per arrivare a modellə e atletə.

Chiediamo che i corpi non conformi non vengano ghettizzati, che le persone possano essere incluse non in categorie a parte ma ovunque come normalità, lo chiediamo per l’accettazione sociale dei corpi non conformi rivendicando l’esigenza di un’aggravante in caso di episodi di violenza, fisica e non, causati dalla non conformità!

8) Legge su eutanasia e suicidio assistito

Chiediamo l’approvazione di una legge che garantisca allə cittadinə anche il diritto alla libera scelta ed all’autodeterminazione per quanto riguarda il fine vita, affinché porre fine ad agonie prolungate e ad accanimento terapeutico diventi una possibilità concreta.

9) Salute mentale

Chiediamo che venga riconosciuto il diritto di tuttə ad accedere a percorsi di accoglienza e sostegno psicologico.

I fondi stanziati con il Bonus Psicologo risultano insufficienti e la capacità di risposta in corrispondenza alla richiesta è sempre più inefficace e insufficiente, non permettendo al SSN di rispondere a tutte le richieste.

Nel 2024 il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha infatti dichiarato che il
personale che si occupa di salute mentale compone solo lo 0,8% del personale impiegato dal SSN.

Chiediamo una maggior organizzazione delle risorse professionali e dei fondi stanziati per garantire a tuttə il diritto alla salute mentale.

Alla luce di ciò chiediamo inoltre l’apertura di un dialogo in merito alla garanzia a tuttə di unə psicologə di base che possa aiutare ogni persona a monitorare la propria salute: per le diagnosi, la prevenzione, la riabilitazione, la cura, per il riconoscimento dei propri diritti, anche per ciò che concerne le esigenze lavorative, come per le esenzioni dell’invalidità psichica-mentale che non possono continuare a rimanere un privilegio di chi ha già accessibilità economica.

Chiediamo inoltre che nei percorsi di laurea e di aggiornamento professionale vengano introdotte formazioni specifiche sulle tematiche LGBTQIA+, per fornire un supporto più accogliente alle persone della comunità che per qualsivoglia motivo abbiano la necessità di accedere a servizi sanitari di ogni sorta e per evitare che si prosegua nell’applicazione di interventi inefficaci, errati o addirittura pericolosi, come nel caso delle teorie riparative.

10) Non monogamie

Desideriamo che si prenda consapevolezza sul concetto dominante di coppia e che si realizzi una destrutturazione di questo pilastro ad oggi angusto per numerose persone.

Chiediamo una riforma del diritto di famiglia che porti alla luce i rapporti di mutua assistenza tra le persone senza i vincoli stringenti degli istituti ad oggi riconosciuti.

Desideriamo il riconoscimento giuridico e la tutela delle relazioni poliamorose e non
monogame.

Questo riconoscimento deve puntare a garantire l’esercizio dei diritti civili di tutte le
componenti delle relazioni non monogame oltre allo loro piena dignità sociale quali forme di solidarietà e affetto di tipo familiare.

11) Conflitti nel mondo

Manifestiamo per la fine di tutte le guerre con grande rispetto per l’autodeterminazione dei popoli riconoscendo il diritto di difendersi ed invitando le parti in causa in ogni guerra a trovare soluzioni pacifiche di risoluzioni dei conflitti.

Manifestiamo per chiedere la fine del genocidio perpetrato dallo stato israeliano ai danni del popolo palestinese.

Chiediamo di fermare l’imponente moto di disinformazione, censura ed omissione che i media stanno applicando a tutela degli interessi politici e commerciali anche del nostro Paese.

“There is no pride in genocide”.

Pretendiamo che i soldi utilizzati nei conflitti vengano riversati sulla sanità così da invertire il percorso di privatizzazione, per progetti di utilità sociale e per contrastare il cambiamento climatico.

12) Clima:

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad effetti devastanti del cambiamento climatico, con fenomeni meteorologici sempre più estremi.

Esprimiamo tutto il nostro supporto alle famiglie che hanno perso affetti ed a chi ha subito danni fisici, psicologici ed economici dopo uno di questi fenomeni.

Sappiamo quanto tutto ciò sia responsabilità dell’inquinamento antropico e anche noi lottiamo per rendere i nostri comportamenti ecologicamente sostenibili per garantire un futuro vivibile alle nuove generazioni.

13) Antispecismo e alternative alimentari

Sosteniamo tutte le forme di esistenza umane e non umane e desideriamo l’uguaglianza per tutti gli esseri senzienti.

Anche per questo chiediamo maggiori alternative da mettere nelle nostre tavole e che si crei una maggiore consapevolezza sui meccanismi che portano le persone a consumare carne e derivati animali.

Pretendiamo che venga messo fine al finanziamento pubblico agli allevamenti e desideriamo vedere la scomparsa dei luoghi in cui gli animali vengono allevati nel nome del profitto e dello sfruttamento.

Chiediamo che si spinga per l’inserimento di una percentuale minima di prodotti veg tra cui scegliere.

Rivendichiamo quest’obbligatorietà per l’inclusione delle persone che mettono in atto stili di vita consapevoli e paralleli, per sensibilizzare e normalizzare l’utilizzo di prodotti non derivanti da esseri senzienti, per poter ridurre l’inquinamento causato dalla produzione di prodotti di origine animali.

14) Linguaggio inclusivo:

In questo documento e nella prassi della nostra lotta politica continuiamo a praticare la libertà ed il diritto all’autodeterminazione anche tramite l’utilizzo di un linguaggio ampio, atto a scardinare il binarismo di genere della nostra cultura.

Le varie soluzioni adottate, dall’uso dell’asterisco allo schwa fino all’utilizzo della desinenza –u sono tutte delle “prove pratiche” e non delle regole imposte.

Speriamo che questi strumenti possano aprire gli occhi sulla necessità di coinvolgere tutte le identità anche attraverso l’utilizzo del linguaggio scritto e parlato.

15) Diritto di voto

Chiediamo il diritto di voto per qualsiasi cittadinə anche al di fuori del proprio comune di residenza.

Chiediamo che si possa esprimere il voto ovunque, anche digitalmente tramite identità digitale o altri strumenti utili a garantire l’accesso a questo diritto fondamentale a persone con disabilità motoria, spesso impossibilitate nell’essere accompagnate o che risiedono in luoghi dove non esistono mezzi pubblici o comunque non accessibili e che permetta anche alle persone fuorisede di esercitare il diritto garantito dalla Costituzione.

Le Marche: In questo 2025 abbiamo scelto di continuare a portare avanti la nostra battaglia per i diritti umani, civili e sociali e di sottolineare l’importanza dei desideri e del piacere.

Vogliamo rimarcare il diritto a realizzare i nostri desideri, alla possibilità di scegliere quello che meglio riteniamo adatto a noi stessə nella vita.

Il diritto alla possibilità è l’umana libertà. Resistiamo orgogliose e a voce alta.

Quest’anno la giornata conclusiva del Marche Pride sarà a Pesaro il 21 giugno.

Il nostro è un Pride che ha l’ambizione di rappresentare e unire tutta la comunità delle Marche, muovendosi all’interno della Regione e toccando diversi territori, sia con gli eventi nei mesi precedenti, sia con il corteo finale.

Dopo una prima edizione nel 2019 ad Ancona, quella online nel pieno della pandemia da Covid nel 2020, quella stanziale ad Ancona nel 2021 per tornare ad occupare lo spazio pubblico, a Pesaro nel 2022, ci siamo spostatə poi a Civitanova Marche nel 2023, per poi risalire nel Capoluogo di Regione l’anno scorso.

Quest’anno l’orgoglio della comunità LGBTQIA+ torna a Pesaro per lanciare un messaggio forte alla politica: non permetteremo che ci vengano tolti cultura, libertà, spazi e voce.

 

Ogni persona LGBTQIA+* combatte per la propria libertà ed autodeterminazione in
quelle che possiamo chiamare (R)Esistenze quotidiane.

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Il Comitato Marche Pride nasce allo scopo di organizzare e promuovere il Marche Pride 2019. Il Coordinamento raccoglie le associazioni marchigiane LGBTQIA+ e diverse associazioni attive impegnate nella tutela dei diritti umani, dei diritti civili, dei diritti sociali e della cultura della laicità. 

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